Si rispose che gli euro dell’Anas non attengono alle ferrovie.
Si cita questo aneddoto per dimostrare come il modo di affrontare la mobilità italiana è a compartimenti stagni e non ci sia una visione d’insieme.
Si spera infatti che l’Autorità per i Trasporti, oltre aver la sede a Torino, abbia a che vedere con una programmazione complessiva del trasporto ( aerei, strade e ferrovie, navi, ed energia per far funzionare il tutto) evitando gli sprechi.
Infatti la mobilità, ma non solo, dovrebbe avere approccio globale considerando anche quali saranno i processi economici futuri e ciò attraverso l’esame degli studi e delle proiezioni relative all’economia della nostra penisola.
Si ricordano ai distratti gli studi del Fondo Monetario Internazionale. Nel 2017 le economie dei paesi emergenti produrranno il 74% del prodotto interno lordo mondiale. In cinque anni distribuiranno sul globo il doppio di beni e servizi prodotti dai Paesi industrializzati. I paesi “emergenti” sono emersi e guidano il pianeta; gli “avanzati” – Italia ecc… – sono diventati la retroguardia.(http://www.repubblica.it/economia/2013/06/05/news/boom_delle_economie_emergenti-60414257/).
Il mondo tra 20 anni avrà la Cina leader e l’Italia più povera della Turchia. Inoltre le notizie di queste settimane rivelano che la Regione Lombardia è scesa dal 100° posto al 128° nella graduatorie delle regioni europee più competitive (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-08-24/lombardia-solo-128ima-mappa-150054.shtml?uuid=Abf851PI ).
I politici di lungo corso e la quasi totale classe dirigente, si rimpallano la responsabilità di tale caduta del nostro sistema economico-produttivo. Costoro assai autoreferenziali e poco attenti alla vita quotidiana delle persone e con poca visione prospettica propongono soluzioni di corto respiro e non colgono che la nostra tenuta socio-economica ci sarà solo se il sistema paese tutto:
1) debellerà la corruzione, che si annida in periferia oltre che al centro . Fa riflettere l’intervista di Bonanni segretario della Cisl , il quale afferma che “ va rimossa la lobby degli sprechi, un blocco affaristico legato alla pubblica amministrazione, alla sanità…” (http://www.cislscuola.it/uploads/media/il-fatto-quotidiano.pdf);
2) darà rilevanza alle nostre peculiari caratteristiche peninsulari che sono l’agricoltura, l’alimentazione, l’artigianato (di qualità “Made in Italy”), l’ambiente (paesaggio,…), l’archeologia, l’arte,… ovvero si darà più rilevanza all’ agro-alimentare, al turismo ed all’ artigianato made in Italy;
3) capirà che non si riuscirà a sostenere a lungo il costo energetico importando idrocarburi dall’estero, ma che si dovrà far fronte al bisogno energetico con politiche di risparmio energetico legate all’edilizia, con l’incremento delle energie rinnovabili, ma anche all’utilizzo della mobilità sostenibili e quindi anche maggior uso del treno,…
Pur essendo un piccolo paese oltre 24 mila km di binari corrono per la penisola (http://www.rfi.it/cms/v/index.jsp?vgnextoid=25bc8c3e13e0a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD#3) e questo ci colloca, in questo settore, di poco oltre la decima nazione al mondo (http://www.indexmundi.com/g/r.aspx?v=113&l=it ) .
Però in tutte le nazioni emergenti si costruiscono nuove ferrovie, da noi invece si chiudono o si vogliono trasformare in piste ciclabili o altro. Si contrappone la bici al treno quando invece in tutte le regioni europee più competitive delle nostre (la nostra prima regione italiana è 128° in competitività) si ha un trasporto integrato e le ferro-tramvie funzionano alla grande.
Il sopraddetto è l’analisi che sostiene il nostro agire e ci motiva a riportare il treno ne l dibattito culturale del nostro territorio, infatti :
a) il treno funziona anche solo grazie all’energia elettrica di cui il Piemonte è abbastanza ricco per le sue energie rinnovabili : l’ idroelettrico, il fotovoltaico, l’ eolico, le biomasse, ecc… e quindi si avrebbe meno bisogno del petrolio che a caro prezzo s’importa dall’estero e che inquina assai. In tal senso si apprezza che la Regione ’elettrifichi la tratta Bra-Alba;
b) non servono le indicazioni europee a ricordarcelo (ma lo fanno con chiarezza), ma chiunque si può rendere conto che la manutenzione della ferrovia costa uno mentre la strada costa da sette a dieci volte tanto e quindi con lo stato delle attuali finanze pubbliche il treno è da preferire;
c) il treno rappresenta minori costi sociali degli autoveicoli sia in termini di sicurezza che di sanità: si pensi alle migliaia di cittadini/e che muoiono ogni anno sulle nostre strade ed anche al costo sanitario che l’automobile rappresenta in termini di incidenti, menomazioni permanenti, inquinamento che provoca malattie, ecc….
Per i pendolari della provincia si spinge per la realizzazione del progetto MetroGranda, (circolare tra Bra, Mondovì, Cuneo, Saluzzo , Savigliano e Bra cfr. https://www.facebook.com/pages/MetroGranda/217390555011712?fref=ts ) ideato da laureati del Politecnico di Torino, che con soli due treni locali e/o minuetti,… permetterebbe giornalmente lo spostamento di centinaia/miliaia di persone. Si ricorda che tale progettazione si innesta e sviluppa il progetto Trillo ( http://www.comune.saluzzo.cn.it/sites/default/files/Allegato_2_TRILLO_tomo%20I.pdf). Questo favorirebbe pure il treno turistico del Quadrilatero del Gusto (Sommariva del Bosco,Bra, Bastia, Mondovì, S. Giuseppe di Cairo, Acqui, Nizza, (Asti), Canelli, Santo Stefano, Castagnole, Alba).
Se solo la linea Alba Asti fosse ripristinata in tempo per l’Expo 2015 ciò incrementerebbe il turismo nelle nostre Langhe e Roero.
Non sono solo sogni. E’ questo il tempo di non sprecare soldi in opere inutili, ma realizzare ciò che realmente serve a tutti ed a tanti, nessun escluso.